Una delle certezze che si hanno andando a Haubi è che - piaccia o meno - non si è mai soli.

La valle è grande, le case sono raggruppate in piccole comunità sparse e guardando da lontano si ha un po’ la tentazione di sentirsi solitari esploratori di una landa desolata, ma non ci si potrebbe sbagliare di più!

Ogni angolo, ogni zona d’ombra, accoglie un piccolo gruppo di persone (difficilmente persone da sole, a meno che non stiano lavorando a qualcosa) che chiacchiera, lavora, gioca o semplicemente sta lì a guardarti passare.

Il culmine si raggiunge quando le scuole sono chiuse, puoi trovare bambini ovunque! Anche se fino a un attimo prima sembrava non esserci nessuno… zac! Un bambino! No, due, tre! Se ti dimostri ben disposto nei loro confronti ti accompagnano lungo la strada o ti seguono a distanza per poi riapparirti davanti all’improvviso col fiatone per aver corso come matti lungo chissà quale scorciatoia segreta, curiosi di vedere quale stranezza farà quel mujungu (l’uomo bianco in lingua kirangi) pallido pallido e pieno di crema solare.

tanza028mod

"Si dice in giro che il giorno prima quel mujungu lì abbia passato mezz’ora a rincorrere i bambini nella scuola di Kidulo e che il giorno prima, nella comunità di Soro, abbia fatto le foto a tutti solo per fargliele vedere in quella grossa macchina che si porta al collo. Poi si sa, quelli del Gruppo Rafiki hanno sempre le caramelle in tasca!".

Insomma è sempre bello sapere di poter trovare un po’ di compagnia ovunque si vada.

 

Duccio Masare