Quando sono arrivata in Italia la prima volta, mi sono innamorata del popolo senese e fin da subito ho cercato di realizzare il mio sogno: tornare nella mia terra con tanti amici per far conoscere loro il mio mondo e il villaggio dove sono nata - Haubi - con la sua meravigliosa gente. Come mi hanno insegnato fin da piccola, una delle cose più importanti della vita è quella di condividere con gli altri, tutto ciò che abbiamo e ciò che sappiamo. Quindi il mio desiderio era quello di far conoscere alla gente la mia cultura, nel rispetto del prossimo e senza voler per forza lasciare una traccia del proprio passaggio.

Il mio villaggio è molto diverso da qui, dove è possibile fare e avere tutto, ma dove la felicità dura sempre così poco tempo che alla fine felici e contenti non lo si è mai.

Questo però non vuol dire che in Africa si va a cercare la felicità, perché la felicità sta dentro ognuno di noi. L’Africa semmai ci aiuta a tirare fuori il buono e le verità che abbiamo dentro, per regalarli a quelli che soffrono per tanti motivi.

Solidarietà significa anche andare a vedere coi nostri occhi e toccare con le nostre mani.

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La cultura africana è a volte difficile da capire: il ritmo della vita della gente è scandito dalla luce del sole. Le persone si svegliano con il sole e quando tramonta vanno a letto, perché come mi ha insegnato mio babbo, Dio ci ha regalato la luce per lavorare e pregare, e il buio per riposare e meditare su tutto quello che abbiamo fatto nella giornata.

A chi non la conosce veramente, l’Africa può sembrare povera e non offrire niente, invece vi assicuro che vi può dare tutto ed a tutti di più, basta guardare il sorriso dei bambini che sono felici con poco (una caramella o un palloncino viene condiviso con gli altri).

Per migliorare lo stile di vita della gente di Haubi basta poco, l’importante è essere uniti e camminare tutti nella stessa direzione. "UMOJA NI NGUVU, UTENGANO NI UDHAIFU" (L’unione fa la forza, la disunione è debolezza).

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Grazie a tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare questo mio bellissimo sogno e soprattutto al Gruppo Rafiki. "ASANTE", grazie, una parola così semplice che per me come africana ha un significato molto importante, che sempre insegniamo ai nostri bambini ma che troppo spesso noi adulti ci dimentichiamo di usare.

 

Nancy Mwinjo