I disabili aiutano i bambini della Tanzania

Cena di beneficenza organizzata da “Il Laboratorio” per costruire una pompa d'acqua ad Haubi

Una cena di un gruppo di ragazzi disabili e le loro famiglie riunite per divertirsi ma soprattutto per aiutare il gruppo Rafiki a raccogliere fondi per la costruzione di pompe d'acqua in Tanzania: è stato questo lo scopo della divertente serata di venerdì organizzata dall'associazione di volontariato “Il Laboratorio”. In una sala affollata di ragazzi e volontari vestiti da pagliacci si è svolta la pesca di beneficenza con in palio oggetti ed indumenti provenienti dalla Tanzania, rigorosamente fatti e dipinti a mano, come i tradizionali tessuti in cotone dai colori vivaci. La generosità dei partecipanti ha consentito di raccogliere 785 euro che, aggiunti ai precedenti 500 raccolti in un'altra serata di festa, permetteranno di costruire un pozzo nel villaggio di Haubi.

“il nostro obiettivo è portare l'acqua in sei scuole e ristrutturarle, dotandole anche di banchi e sedie- spiega Zoe Matei Msami, consigliere del gruppo Rafiki-. Questa è la nostra attività da quando abbiamo fondato il gruppo nel 2001” . Ad oggi due scuole sono state completate in due anni e presto si comincerà a lavorare anche per garantire condizioni igieniche più sicure. “quest'estate andremo ad Haubi con venti volontari e con i soldi raccolti in Italia compreremo materiale per realizzare i progetti che ci siamo prefissati – continua Msami – perché in questo modo facciamo girare l'economia locale e perché ogni volta che ci rechiamo in queste zone in via di sviluppo entriamo a contatto con una nuova cultura. In sostanza noi chiediamo a loro di cosa hanno bisogno. Tutti i progetti, infatti, partono dalla popolazione locale”. Per realizzarli, poi, è fondamentale la solidarietà della gente: tanti sono i mercatini che vengono allestiti durante l'anno con oggetti realizzati in Tanzania e numerose sono le offerte che provengono non solo da ogni parte della Toscana ma anche dal Veneto e dal Lazio.

Tanto, insomma, si sta facendo per aiutare un villaggio ad uscire dalla povertà, ma il gruppo Rafiki guarda anche oltre: a gennaio ha avviato le pratiche per costituirsi associazione Onlus con l'obiettivo di destinare il più possibile alla realizzazione dei progetti e il minimo necessario alle spese di gestione. “In questo modo potremo usare il nostro nome in ogni iniziativa e dare una certa garanzia della serietà delle nostre attività a chi viene a conoscenza del gruppo” spiega Benedetta Bellini , membro di “Rafiki”. In attesa di compiere questo passo, il gruppo raggiunge grazie ai ragazzi disabili un altro traguardo importante, che permetterà a tanti bambini di godere di acqua pulita.

 

“Il Comune di Siena guadi anche verso l'Africa”

Marcello Griccioli, ambasciatore in Tanzania si è incontrato con l'amministrazione civica: “Progetti allo studio”

Il Comune di Siena guardi anche verso l'Africa per i suoi progetti di cooperazione. È l'auspicio che il senese Marcello Griccioli, ambasciatore italiano in Tanzania da tre anni, ha rivolto direttamente ai vertici dell'amministrazione. “Il Comune di Siena ha una tradizionale vocazione alla cooperazione – afferma Griccioli – come testimoniano l'importanti interventi in Palestina e Cuba. Ho suggerito al sindaco di essere presenti anche in Africa e credo che l'idea possa essere accolta. Ho incontrato Pietro Del Zanna, assessore alla cooperazione e alla pace, e credo sia possibile mettere in moto qualcosa di significativo”.

Griccioli racconta poi la difficile realtà di un “Paese essenzialmente agricolo dove non ci sono tecnologie applicate e la realtà è fatta di villaggi dispersi nella natura dove manca di tutto”. E il problema principale è proprio quello dell'acqua: “Si può assistere in continuazione a scene bibliche di donne e bambini che portano in testa grossi secchi d'acqua per chilometri e chilometri. È per questo che realizzare nuovi pozzi solleva i villaggi dalla necessità di andare lontano per cercare l'acqua”.

Anche se la soluzione del problema è meno difficile di quanto si pensi. “C'è anche un problema culturale da superare – dice Griccioli – perché prima di tutto bisogna parlare con gli anziani del villaggio, che si devono mettere d'accordo su chi utilizza l'acqua. E poi manca del tutto la cultura gestionale: la manutenzione è una parola sconosciuta e spesso i pizzi finiscono per interrarsi. Ma con una lunga opera di contatti e di persuasione si riesce a fare un'opera che resiste nel tempo”.

Intanto è gia importante l'opera di mediazione realizzata dalla comunità internazionale. “I rappresentanti di tutti i Paesi donatori in Tanzania sono riuniti in un comitato che collabora con il governo e coordina gli aiuti, controllandone la destinazione. È un processo che si affina progressivamente, ma che è favorito dal fatto che la Tanzania è un Paese pacifico e politicamente stabile. E questo, rispetto ad altre realtà è un grosso vantaggio”.

 

L'INTREVISTA

Antonella Montagna: “Dare aiuta a star bene e a sentirsi più utili”

Chi pensa di avere poco, può dare tanto agli altri. È questo il motto di Antonella Montagna, responsabile dell'associazione “Il Laboratorio”, che guida un gruppo di volontari nel sostegno alle persone disabili. “Spesso si pensa che i disabili e le loro famiglie siano troppo concentrati su se stessi – spiega Montagna – e non abbiano niente da offrire. In venti anni di attività, invece, abbiamo dimostrato che possiamo contribuire a far star bene chi sta peggio di noi. Anche i ragazzi che frequentano l'associazione hanno capito che possono dare tanto a chi è più sfortunato”. Il risultato di questa ideologia è stata la serata di venerdì che ha riempito d'orgoglio i ragazzi e le famiglie de “Il Laboratorio” perché il pozzo che verrà costruito in Tanzania avrà una targa con su scritto il nome dell'Associazione.

“Per ora ci accontentiamo di permettere la creazione di un pozzo. In più, da otto anni inviamo dei fondi in Tanzania per l'adozione di due bambini disabili”. Ma le attività di sostegno per chi è meno fortunato non si fermano qui: in occasione del maremoto che ha colpito le zone del sud-est asiatico, l'associazione ha inviato degli aiuti e in occasione della festa della mamma ogni anno i ragazzi vendono delle piantine adornate ed arricchite con disegni, il cui ricavato va in beneficenza. “Il pensiero che ci accomuna è che dare fa vivere meglio e fa sentire tutti più utili” dichiara Montagna e i sorrisi e la soddisfazione al termine della serata di venerdì fanno capire quanto questo gruppo ci tenesse a raggiungere la quota sufficiente per regalare un sorriso a dei bambini lontani.