La mia esperienza con il gruppo Rafiki risale agli anni 2006 e 2008 quando andammo a Haubi con Nancy il primo anno, e poi con Roberto il secondo anno.

Per me fu un impatto sconvolgente: i bambini che scappavano alla vista dei bianchi, l’acqua e l’energia elettrica mancante, i fontoni con l’acqua sporca dai quali si abbeveravano sia gli animali che le persone.

Tutti ci facevano festa, passavamo su una strada deserta ed ecco che spuntavano dal nulla i bambini per accompagnarci fino al paese. Mi ha colpito in particolare modo la serenità dello scorrere della vita rispecchiata nei loro volti e nei loro occhi in contrasto con le nostre frenetiche giornate e i nostri visi sempre stressati.

Lì ritrovi il valore dell’apprezzare le piccole cose in confronto al nostro modo di vivere in un mondo di consumismo ed egoismo; al villaggio salta agli occhi che pur avendo ben poco, quel poco lo condividono.

Tanzania 322

È stato meraviglioso vedere la gioia delle persone per la guarigione dei bambini operati con i contributi portati, la realizzazione dei pozzi e l’ampliamento delle scuole.

L’ospitalità della famiglia di Nancy è stata impagabile: ci hanno ceduto la loro camera da letto e ci accompagnavano con gentilezza e affetto nel cammino della conoscenza del loro di modo di vivere.

E poi il cielo, senza inquinamento, è una cosa da urlo, sembra di toccarlo, mai visto niente di simile e questo mi fa pensare che, sotto questo cielo, in fondo siamo tutti uguali.

 

Letizia Huki